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Quel pasticciaccio brutto della FASCIA VERDE a Roma – Parte 1

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Fermi tutti si va a piedi

Anzi no, solo alcuni, quelli che non possono cambiare una macchina o quelli che scelgono di andare a piedi.

Non è di per se un male andare a piedi, diventa un male se si viene obbligati anche nelle situazioni oggettivamente di estrema difficoltà (non parliamo di impedimenti, per cui sono previste deroghe alla norma)

In realtà non si tratta di andare a piedi, ma di usare alternative alla macchina.

Gli argomenti trattati in questo articolo sono stati affrontati in una lunga diretta video con gli amici dell’associazione Salva I Ciclisti – Roma di cui di seguito si propone un estratto

La versione integrale la trovate a questo indirizzo –> https://www.youtube.com/live/DXwQ2rIV8dc?feature=share

Il mio intervento comincia a partire dal minuti 6:54 e lo raggiungete usando questo indirizzo –> https://www.youtube.com/live/DXwQ2rIV8dc?feature=share&t=417

Ringrazio Stefano ed Emanuele per aver gestito la diretta e Claudio per la partecipazione.

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Per chi non la conosce qui è riportata la norma sulla nuova Fascia Verde a Roma

Cosa è successo in realtà?

In questi giorni si fa un gran parlare dell’estensione della Fascia Verde e degli ulteriori stringenti divieti che sembrerebbero dover risolvere problemi di inquinamento e congestione dal traffico ma a tutti appaiono come un discrimine tra chi ha e chi non ha, chi può e chi non può, tra ricchi e poveri.

Nella pratica sono stati installati molti cartelli per le strade romane che indicano la presenza di un divieto di circolazione per classi di inquinamento dei mezzi in determinate aree.

Una delle norme più stringenti è quella che prevede che non possano MAIcircolareSOSTARE nella fascia verde veicoli a benzina fino ad euro 2 e veicoli a gasolio fino a euro 3, entrambi anche se alimentati a GPL o metano

Per chi non la conosce qui è riportata la norma sulla nuova Fascia Verde a Roma

Lo strano caso del GPL e del Metano

Un caso a se è rappresentato dalle autovetture che hanno montato un impianto a GPL o a Metano su macchine che al momento dell’immatricolazione non avevano tale tipo di carburante tra quelli iscritti a libretto.

In passato sono stati tanti gli incentivi statali e locali per adottare tale tipo di soluzione perché ritenuta, a ragion veduta, più ecologica rispetto alla benzina o al gasolio.

Per approfondire c’è un articolo di Oggi Scienza 

Eppure oggi, con tale ordinanza, non importa se si è provveduto o si provvede a montare tale impianto a propria cura e spese: il mezzo NON potrà circolare comunque.

Così ecco che chi ha affrontato tale spesa pensando di essere al riparo dal problema e dare il suo contributo per ridurre i danni all’ambiente, si trova oggi beffato da un provvedimento ritenuto dai molti iniquo al limite del vessatorio.

ATTENZIONE

Non tutti gli installatori sono al corrente o informano correttamente l’automobilista che chiede loro di poter mettere tale impianto, ma la delibera parla chiaro e allo stato delle cose il provvedimento è confermato venga adottato in via definitiva.

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Le ragioni di questo provvedimento

Le ragioni sono nobili e assolutamente condivisbili:

  • ridurre l’inquinamento in città, responsabile di malattie e morti
  • ridurre il parco auto circolante, che intasa e ingorga le strade anche e soprattutto a scapito del mezzo pubblico, rendendolo meno efficiente
  • ridurre il parco auto in lunga sosta, che lo sappiamo tutti oramai troviamo auto pure sugli alberi

Ragioni per cui siamo anche sotto procedura di infrazione per l’Europa e dovremo pagare salatissime sanzioni (come se non bastasse ammalarsi o morire e aumentare il peso sulla sanità pubblica)

Tutti siamo d’accordo nel voler perseguire questi obiettivi, non tutti sono d’accordo con il percorso e molti sentono questo specifico provvedimento come iniquo e anche non risolutivo.

La domanda sorge spontanea: questo era il modo migliore?

Tutti, dopo aver letto dei divieti, si sono posti diverse domande, ed hanno tratto delle conclusioni che sembrano portare ad una sola risposta: “chi ha i soldi cambia la macchina e continua ad occupare suolo pubblico, intasare le strade, inquinare, ma chi non li ha deve subire e lasciare il ‘salotto buono’ di Roma ad altri”

In realtà non è proprio così, visto che ci sono alternative all’uso della macchina privata e pure molto valide come:

  • gli autobus
  • le metropolitane
  • i mezzi in sharing (macchine, bici, monopattini, motorini ecc. ecc. ecc.)
  • l’uso della bicicletta, magari con pedalata assistita

Ma davvero sono soluzioni adatte per tutti?

Davvero il mezzo pubblico o la bicicletta possono usarli tutti?

Evidentemente no, così come anche chi usa la bicicletta o il mezzo pubblico abitualmente, spesso ha l’esigenza di avere una macchina a disposizione del nucleo familiare.

Quali soluzioni si potevano adottare

Analizziamo i punti per cui si è adottato questo provvedimento e vediamo quali erano alcune delle possibili soluzioni:

  1.  Ridurre l’inquinamento
    • disporre un limite ai chilometri percorsi nella fascia verde in base alla classe del veicolo (sistema adottato a Milano, semplice, economico ed equo, leggi di più –> Sistema MOVE-IN)
    • favorire (es. preferenziali) e potenziare (es. nuove linee tranviarie, maggior numero di mezzi, maggior numero di corse) il mezzo pubblico collettivo di linea
    • potenziare ed ampliare il servizio pubblico non di linea (taxi, NCC, sharing sia di macchine che di motorini, monopattini e biciclette)
    • sanzionare le aziende i cui mobility manager non raggiungo obiettivi prefissati di riduzione delle macchine private usate dai propri dipendenti favorendo alternative
    • divieto di circolazione in fascia verde h24, dal lunedì al sabato inclusi, per le macchine più vecchie che spesso appartengono alle fasce di popolazione più deboli
  2. Ridurre il parco auto in sosta su suolo pubblico
    • isole pedonali
    • aumento di dimensione e numero dei marciapiedi
    • divieto di sosta in fascia verde h24 dal lunedì al sabato inclusi per le macchine più vecchie che spesso appartengono alle fasce di popolazione più deboli
  3. Ridurre il parco auto in circolazione in fascia verde
    • potenziare il servizio pubblico a discapito dell’uso del veicolo privato (es. preferenziali, nuove linee, maggiori mezzi e corse)
    • terminare le dorsali ciclabili per consentire l’interconnessione tra quadranti (magari senza fare scempi come via Monte Cervialto o lasciando incompiute quelle realizzate, come su via Ojetti)
    • ripristinare il numero di mezzi in sharing che è stato ridotto con una poco oculata precedente delibera
    • disporre l’obbligo di installare rastrelliere/bike box  presso uffici pubblici, scuole, mercati rionali ecc. ecc. ecc. favorendo l’uso delle bici per gli spostamenti più brevi
    • divieto di circolazione in fascia verde h24, dal lunedì al sabato inclusi, per le macchine più vecchie che spesso appartengono alle fasce di popolazione più deboli

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